Josef Maximiliàn Petzval (1807-1891) è stato un matematico, fisico e inventore conosciuto soprattutto per il suo lavoro pionieristico nell’ottica e nel design delle lenti.
Nel 1840 viene creato il primo obiettivo Petzval in collaborazione con la Voigtlander.
Petzval progetta un sistema di lenti che ha permesso tempi di esposizione molto più brevi rispetto agli obiettivo precedenti, cruciale per la fotografia di ritratto. Questo ha permesso la fattiva commercializzazione della fotografia di ritratto.
Le lenti erano così performanti perché è stata adottata un’analisi matematica rigorosa al design delle lenti.
I suoi metodi hanno stabilito i principi fondamentali per l’ingegneria ottica moderna.
Purtroppo Petzval non brevettò il suo sistema e non riuscì a guadagnarci molto economicamente. Questa problematica del “non brevetto” ha portato ad una disputa con la Voigtlander che è stata accusata di furto industriale. Su questo argomento bisogna approfondire quindi non mi dilungo.
L’obiettivo Petzval fu il primo appositamente creatore la fotografia e non solo adattato da strumenti ottici precedenti.
La nitidezza al centro e lo sfocato ai bordi (effetto bokeh), tipico di questo obiettivo, divennero un tratto distintivo della fotografia ottocentesca.
Si trattava di un sistema complesso formato da: due serie di doppietti acromatici (ciascuno negativo e positivo), uno dei quali formato da due lenti incollate. Offriva un angolo di ripresa di circa 105-80mm (equivalente a 25-30 gradi). Ma la cosa fenomenale per l’epoca era la sua apertura che poteva variare tra f/3,7 e f/3,6. Perché fenomenale? Perché gli obiettivi dell’epoca avevano aperture intorno agli f/16.





